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Che fine fanno le auto rottamate?

3 Dicembre 2020 - Prodotti
Che fine fanno le auto rottamate?

Ogni anno in Italia vengono demolite migliaia di automobili e altri tipi di veicoli. Questi veicoli, una volta avviati alla rottamazione, si trasformano in rifiuti e vista la varietà e la quantità di materiali con cui sono composti, è stato necessario regolamentarne e disciplinarne il flusso.

Così ci racconta Massimiliano, mentre ci conduce attraverso il suo centro rottamazione auto di Roma, mostrandoci tutte le aree dedicate allo stoccaggio delle componenti asportate dalle automobili.

L’Italia, è stata una delle primissime nazioni europee a dotarsi di un registro dei veicoli, su cui vengono iscritte le nuove immatricolazioni e cancellate quelle dei veicoli a fine vita, cioè demoliti. Saprete già che stiamo parlando del PRA, acronimo di Pubblico Registro Automobilistico.

A ruota, tutte le nazioni dell’Unione Europea hanno provveduto ad istituire il proprio registro dei veicoli e solo nel 1991, l’organo legiferante, ha provveduto ad istituire una Commissione Europea che aveva il compito di studiare la strategia migliore per regolare il flusso dei rifiuti derivati dalla rottamazione. Tale commissione prese il nome di “End of life veichles”.

Dal lavoro di questa commissione è scaturita la Direttiva/53/CE relativa ai veicoli rottamati, recepita dall’Italia il 24 giugno 2003 con il Decreto Legislativo numero 209. Finalità del decreto è la riduzione dell’impatto ambientale generato dalla gestione dei veicoli “fuori uso”.

L’individuazione dei centri di raccolta

È quindi stato necessario individuare dei punti di raccolta dei veicoli a fine vita, dove questi ultimi potevano essere avviati alla separazione delle componenti e alla messa in sicurezza delle sostanze nocive.

Il primo scopo è sicuramente il riciclo dei materiali idonei, come plastica, vetro e acciaio, che poi troveranno largo impego soprattutto nel settore automobilistico e in quello dell’edilizia urbana. In secondo luogo la separazione e l’avviamento presso discariche autorizzate delle sostanze tossiche e pericolose, come l’olio motore, il carburante, l’acido della batteria ed altre.

Il centro di raccolta

Il centro di raccolta è l’impianto per il trattamento autorizzato ai sensi degli articoli 27 e 28 del Decreto legislativo 22 del 1997. Tutti li conoscono con il nome di sfasciacarrozze oppure di impianto di autodemolizione.

Sono quindi delegati a questi impianti le operazioni di messa in sicurezza e demolizione dei veicoli rottamati.

Quando si rottama un’auto, il veicolo dovrà essere consegnato al centro di autodemolizioni autorizzato, oppure ceduto ad un concessionario auto in permuta per l’acquisto di una nuova. Ma anche il concessionario per avviare il veicolo al fine vita, potrà rivolgersi esclusivamente ad un centro di raccolta.

Il trattamento dei veicoli da rottamare

Il trattamento dei veicoli a fine vita sono regolati dal Decreto legislativo 209 del 2003 e detta le condizioni insindacabili ai centri di raccolta (autodemolitori).

Molto marcato è il riferimento alle operazioni di messa in sicurezza dei materiali che dovranno avvenire nel più breve tempo possibile. È inoltre necessario etichettare tutti i materiali asportati affinché siano riconoscibili. I materiali inquinanti e pericolosi (classificati come rifiuti speciali) dovranno essere separati e rimossi. Infine, le operazioni di smontaggio delle parti dell’auto, devono avvenire in maniera tale da non comprometterne il riutilizzo, il recupero o il riciclo.

Una particolare menzione si fa dell’olio motore, il quale se recuperato, potrà essere avviato ad un processo di raffinazione, ristabilendo le caratteristiche fisiche proprie del prodotto prima della raffinazione.

Anche gli pneumatici meritano una voce a parte perché difficilmente trattabili, ma se fatto nella maniera giusta, possono diventare materia prima per diversi campi d’applicazione dell’industria.

Accenniamo poi al “car fluff”, ovvero tutta quella parte di rifiuti generati dalla demolizione dei veicoli che viene generata dalla frantumazione dei veicoli. Si tratta della parte “volatile” (immaginatela come polvere) dei rifiuti non ferrosi frantumati. Il Car Fluff, secondo le linee guida europee, dovrebbe diventare combustibile per l’industria o comunque avviato ad un percorso virtuoso di messa in sicurezza, in quanto altamente inquinante e contaminate per il terreno e le falde acquifere.

Inutile rammentare quanto sia invece importante smaltire i rifiuti in maniera corretta

Chiudiamo con i ricambi riutilizzabili da avviare al mercato dell’usato, pratica molto diffusa. Rappresentano una parte importante di tutto il ciclo in quanto riducono la quantità di rifiuti da smaltire e rappresentano il guadagno degli sfasciacarrozze.